martedì 28 giugno 2011

Non ho più parole per dire come mi sento. Le ho vendute al tempo balordo, alle utopie politiche agonizzanti e ai mercanti nauseanti che ho incontrato per via.
Setacciai l'ombra della luce per ridare simbolo magnetico al mio sperare.
E trovai solo lacrime, lo so, ma ero pura, autentica, in contatto con la bellezza.
Ora che quel contatto si è dissolto, la cura dell'anima non potrà essere filosofica.
A meno che la sophia di cui mi metta a fare ricerca non sia profondamente tragica e femminile.
Accettatemi per come sono, se credete. Ci ho messo anni per riconoscere le mie peculiarità. Non le posso più rigettare.
E se non sto bene in questo tempo, il problema è solo mio.
Un tempo avrei augurato con pietà sincera alle vittime dei miei strazi di essere benedette sempre dalla potenza dell'Arte e protette dalla fiducia nell'amore.
Confidare in queste parole di Tadeusz Kantor sarebbe un'operazione quotidiana da ripetere più volte al giorno:
"Rendere al pubblico ciò che nella vita dell'individuo c'è di più segreto, che contiene in sè un valore supremo che al mondo può apparire ridicolo, piccolo, una miseria. L'arte trae quella miseria alla luce del giorno.
Che cresca e che governi.
é questo il ruolo dell'arte.".


Ma io rimango altrove. Niente più cresce e l'anarchia è senza più freni perchè ho tradito anche l'arte, però, se credete, leggete poesie, ascoltate musica, cantate e guardate curiosi il cielo..in fondo, tutto passa finchè si sa scrutare la bellezza ed avere qualcuno vicino che cerca, diversamente, varchi simili.
Ogni tentativo di recidere le mediazioni tra io e mondo è insano , perchè ci si crede sovrani persino dei sentimenti.
Nulla invece appartiene all'uomo, nemmeno il tempo.
Se pensate di avere trovato la verità, l'avete già perduta.
Io pago la mia hubris senza sconti, come se non avessi mai letto un romanzo, visto nessun film o assistito ad una tragedia greca. Men che mai come se mi fossi laureata in filosofia e studiassi Gadamer da anni.
Ho sempre creduto nella resistenza, perchè il dolore non risparmia nessuno.
Ma stavolta tutto mi fa credere che mi stia dissolvendo.
Dove si nasconde l'errore?
Non lo so. Ma anche se lo si trovasse con certezza, resta sempre tanto amaro in bocca. Perchè la vita perduta nel frattempo non te la restituirà mai nessuno. Visto che non appartiene a nessuno, nemmeno a te che in questo momento sei sicuro di possederla ed orientarla dove tutto ciò che senti, credi e speri ti spinge a pensare sia il tuo bene.
La beffa è dietro l'angolo. E davanti, dietro, sopra e sotto tutto ciò che ti circonda.
Non resta che ascoltare e lasciare essere, forzandosi di distruggere la prigionia del proprio io, l'inconscio, il subconscio ed anche, e soprattutto, il Super Ego, pronti a ricominciare la stessa eterna lotta con un pizzico d'amore in più.
Ma a volte la macchina si inceppa, il disco s'incanta, le collezioni di bei momenti vengono del tutto dimenticate e persino l'elenco delle nevrosi si dilegua, quando il movimento si ferma ed il silenzio dell'incomprensione resta la sola dimora in cui mendicare briciole di pietà ed invocare la tregua.
Vorrei tanto essere una pianta. O magari un sasso. Ma non vorrei essere usato nè per fare il fuoco, nè essere auscultata per cercare la magia, men che mai per lapidare qualcuno. Lì, ferma, mentre il mondo diviene. L'eternità senza supremazia. Ecco cosa resta di tutti i miei ideali. Solo noia.