venerdì 28 agosto 2009

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Il mondo, in sè, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire. Ma ciò che è assurdo è il confronto di questo irrazionale con il desiderio violento di chiarezza, il cui richiamo risuona nel più profondo dell'uomo (A. Camus)

L'uomo deve comunque esprimersi. E deve farlo bene. Dev'esserci un consenso perché i suoi pensieri non vadano perduti. Ma oggi che quel consenso manca, si procede ad oltranza, anche senza trovarlo. Perché ciò che senz'espressione muore è la più importante caratteristica dell'uomo. Muore l'uomo.
Ed esprimersi virtualmente? Uno dei tanti modi, ma spesso diventa un covo del brutto. Il bello lo immagino ancora, infatti, fuori dal web, perché il sintetico umano che cerco è profumato, come un quadro, come la carta, come la voce stessa- dipende dall'alito...:)-.
E qui odore non ce n'è.
Sarà per questo motivo che, esteta a lungo dell'espressività, mi sono convertita all'idea di farmi un blog con molta riluttanza e solamente quando ero molto lontana, per un'estenuazione difficile da spiegare qui, dalla concezione di bellezza.
Ma è quella che mi vorrei impegnare a cercare, rendendola sempre meno una tensione retorica capace di rendermi solo frustrata e nevrotica.
Una bellezza fluida, che combatta il "desiderio violento di chiarezza", eppure cerchi tenacemente di sfiorare la luce.

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