lunedì 3 agosto 2009

Il corpo delle donne

Ho deciso. Io mi faccio la mia faccia.
Combatto la plastica, non voglio più vergognarmi della mia vulnerabilità e continuerò a provare sempre più insistentemente un confronto con maschietti capaci di mettere in discussione quella che- consapevolmente o meno, ed esacerbando o meno qualcosa che da secoli si è più volte ripetuto in ogni luogo del pianeta-, per loro sta diventando una seconda natura (alludo allo sguardo e all’istinto da macellaio).
Chi ha la colpa? Non è questa la mia domanda oggi. È una domanda per le donne: sappiamo trovare un punto archimedeo a prescindere dal consenso ricevuto? Se ammettiamo la fragilità, non crolliamo inesorabilmente? Chi siamo? Cosa stiamo diventando?
Questo si chiede fondamentalmente Lorella Zanardo ed è ciò che più mi preoccupa del mio sesso… e che ha portato più volte anche me, ed anche in tempi estremamente recenti, ad un passo dalla follia più totale.
Ma non esistono generalizzazioni che tengano, perché ogni donna risponderà in un modo unico a queste domande vivendo. Ciascuna ha una storia a sé. E se il sesso “forte” (ahhhahahh..altra ennesima ingiusta generalizzazione) imparasse a rispettare, con pazienza notevole ed attenzione, quale essa sia, forse potrebbero attenderci giorni meno peggiori, chissà.
Ci si “riconosce”, comunque, reciprocamente...la peculiarità di ognuno è invisibile solo per chi non vuole soffrire e preferisce inchiodare ad una comoda definizione il vissuto, il sentire, la differenza irriducibile di chi ha di fronte. E se questo vale per ogni tipo di rapporto tra due esseri umani, tutto ciò si complica nel confronto maschile-femminile.
Ciascuno ha il diritto ed il dovere, la responsabilità dunque, di non sprecarsi, colpevolizzando l'altro della mancata giusta percezione di quel che si è (meglio dire, ho imparato per sempre, si “diviene”).
L'identità è un cantiere aperto. Chi potrebbe dichiarare il lavoro finito non sarebbe più nemmeno un corpo, né un volto che emoziona..ma solo un mucchietto di ossa!
La società può essere oscena, i miti, le chiacchiere nauseare oltre misura. Ma non c'è alibi alcuno.
Sono insomma d’accordissimo con Lorella Zanardo. E so quanto sia estremamente difficile non solo impegnarsi a non vergognarsi della propria faccia- del proprio corpo in generale- accettando ogni vulnerabilità, ma trovare intorno il calore che concede di incominciare, continuare e non demordere da questa missione che dura una vita:)
Auguri, alle donne e agli uomini con la schiena dritta, i volti flessibili ed intelligenza e sensibilità da raffinare di continuo..

Nessun commento:

Posta un commento