venerdì 28 agosto 2009

Lettera di suicidio virtuale da fb, di fatto mai avvenuto

Ed anche se non ve ne fotte niente, lo motivo pure.

Come un'ingenua credo ancora che il compito da portare avanti sia fare brillare sempre il cristallo che c'è in ognuno di noi. Cristallo umano, esposto a numerose rotture, ma che se si cura con assiduità, può resistere anche ai più devastanti attentati. Tutto ciò che dico è ciò che di me la memoria altrui non porterà ovunque quanto le mie azioni.
Chi pensa tanto, parla poco e agisce ancor di meno. Ma quelle poche azioni, non enfatizzate da inutile retorica, sono così corrette che ci si dovrebbe inchinare, probabilmente, davanti alla loro perfezione.
Che quelle poche azioni, allora, ci sia davvero una tradizione pronta ad accoglierle e diffonderle come esempi di ciò che, andando contro l'istinto, giocando contro il proprio interesse, ogni uomo e donna possono essere in grado di fare, se lo vogliono, è probabilmente il condensato del ritmo di una storia che si incammini verso l'umanità.
Ma noi non vogliamo più pensare, non vogliamo più curarci altro che del nostro cuoricino, del nostro portafoglio, del nostro benessere psico-fisico. Ed io che scrivevo e sognavo, pensavo pensavo e ripensavo addirittura a come poter "salvare" il mondo -anzichè me stessa- con la fantasia e la critica, stavo impunemente replicando ciò che addito come il più grande orrore del nostro tempo. Talvolta ero scomoda, sola ed insoddisfatta, ma era solo lì che il mio cristallo brillava.
Ed ora torno a lucidarlo, senza ambizioni smodate, senza prescrivere, senza atturrare, ma solo per sentirmi viva.
Non basta volere per essere vivi, ma se non lo si vuole non lo si sarà mai. E qui su fb non si agisce, non si vive, non abbastanza, almeno, per chi dovrebbe occuparsi di altro.
Andare controcorrente forse fa paura. Gli "intellettuali" si sono fermati sempre per colpa della solitudine.
Il rischio delle conseguenze è noto a tutti. Conserviamoci la pace. "Ma chi te lo fa fare?" "Fai un pò di sport!" "Fai del sesso! Cercati l'uomo semplice, ricco e con un bel pisello!", "Ridi e gioisci delle piccole cose!"..Già fatto. Deprimente per me, non posso farci niente.
I parenti, gli amici, pronti a giudicare nei loro salotti come demente, pazzo o tanto innamorato di sè da aver scelto di fare l'eroe incurante della vanità del suo atto proprio chi cerca di condurre difficili battaglie contro la consuetudine per amore di giustizia..sono loro che hanno sempre frenato i processi di rinascita. Ad uccidere è il ritrovarsi soli, sempre. Completamente soli, come fu per Calabresi, come fu per Dalla Chiesa, come fu per Falcone, per Borsellino, per quella lista infinita, incompiuta di persone che azzerano la distanza tra parola e azione, che non intendono soccombere all'immobilità, alla logica del "lamentarsi ma restare paralizzati" che sembra programmare i circuiti mentali della maggior parte dell'umanità, me compresa- specie negli ultimi mesi-.
Attivi e passivi. Le cose si cambiano, possono cambiare, ma non cambiano da sole. Se nessuno si spinge oltre l'ingiusta consuetudine, si lascia che la degenerazione si compia inesorabilmente, è ovvio che sia così.

Non cambierò il mondo, non mi credo di essere nessuno, ma voglio rispettarmi e se un giorno, solo se innamorata ed amata, mi sposassi e riuscissi a compiere il più bel miracolo naturale che c'è dato, giuro di aver cura che i miei figli conoscano cosa si nasconde dietro i valori oggi banalizzati e stremati dalle vicende che rimbalzano di bocca in bocca.
I miei figli, se mai dovessi averne, spero crescano con l'accortezza di smascherare gli impostori, distinguendo i veri professori che esprimono con pacatezza la concezione che sostiene il loro reale agire ed il loro sincero sperare, da quelli che si dipingono come amanti della giustizia, della libertà, della solidarietà solo per darsi un tono, giocando con la necessaria invisibilità dell'etica, approfittando indegnamente dello spazio di espressione libera che la democrazia offre a chiunque, dimenticando che la possibilità di far parlare chi offende, tradendoli, i diritti democratici, esiste solo grazie a chi quei valori li ha combattuti strenuamente, anche a costo della morte. E ricorderò loro quante volte io per prima sia stata retorica, falsa, incapace di tradurre in realtà ciò che avevo il dovere di capire fin dall'infanzia fosse più giusto, perchè nutrita, per mia fortuna, fin dai primi anni di vita di bellezza, ricerca, sensibilità sconfinata da due ex sessantottini ironici, tanto diversi da molti intollerabili radical chic e disincantati a matula che ho visto intorno a me.
E racconterò della mia lunga adolescenza, durante la quale, perdendomi troppo spesso seguendo i miei coetanei e sentendomi estranea seguendo le mie radici - naturali o che mi affannavo a costruire attraverso innesti di dubbia qualità-di instabilità ed incoerenza ne ingurgitavo davvero troppe.
Che sogni avevi? Mi chiederanno. E recuperare tutte le bozze di vari scritti, chiamare i vari amici con cui intavolai fortunate discussioni nelle giornate sì, ricordare le mie idee incendiarie, non sarà facile. Ripenserò all'amore, alle tante storie da soap vissute, leggerò magari qualche poesiuola noiosa delle mie e mi parrà di aver detto tutto. Che orrore.
Le idee infiammano e fanno muovere ed il progresso si è misurato sulle spazientite anime di chi ha scelto di lottare per i propri ideali, perchè lo spazio per scambiarsi sottovoce davanti ad una birra qualche opinione non l'aveva neppure! I salti bruschi della ragione, la mancanza di delicatezza nei dialoghi, la nascita di tutti i nostri discorsi dagli scontri armati di uomini che non potevano più tollerare la soppressione della libertà, l'uniforme del pensiero che si respirava non solo come un'atmosfera leggera, ma si viveva drammaticamente- e si vive tuttora- sotto i totalitarismi..dove andrà a finire il ricordo e l'onore della Resistenza?
Si è impopolari e noiosi a parlarne. Taci Silvia.
Ecco perchè mi estinguo da qui. In facoltà, in mezzo alle persone forse ancora posso tentare di essere me, ma qui mortifico me stessa oltre ogni misura ed ho il dovere di difendermi.

Se chi ha lottato per la nostra libertà avesse saputo che sarebbe stato questo l'uso che ne avremmo fatto, credo che avrebbe guerreggiato perchè si instaurassero dittature perpetue con comandanti sempre più feroci. Si ha libertà per essere più svegli, vivi, osservatori, energici. Non per ingannare, ma per usare una retorica che faccia a pugni con quella che mortifica ogni tensione verso la bellezza, la grazia, la giustizia, la verità, perchè ritiene di disporre già a sufficienza di ogni strumento per dire "è così". E, talvolta, arriva a guadagnare un " potere" immenso, diventando capace di imbrogliare un intero Paese, che assiste imbambolato o che, (in)coscientemente nauseato, non si cura più di lui.
"Per quanto noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti...."
Io torno con i Partigiani e tutti coloro che hanno creduto in qualcosa, non strisciando come dead man walking, incapaci di cicatrizzare le ferite delle delusioni necessariamente conosciute. Non ho più la forza di fare la Pasionaria, sono da un pò decisamente avversa a manicheismi rigidi stile "o ti curi del politico o ti curi del privato", ma voglio solo ricordare che esaltare l'importanza della lotta non è operazione da pazzi criminali. Non scorre nel sangue di chi si indigna un indomabile spirito bellicoso, non è un frustrato che vuole riversare le sue astinenze sessuali o altre varie delusioni accanendosi intollerabilmente. Sono gli occhi scocciati intorno a renderlo insofferente, perchè non può credere che non si percepisca intorno lo stesso scandalo. E viene isolato. Ucciso. Perchè fuori dalla caverna non ci vuole stare più nessuno.

Questa caverna virtuale oggi mi disgusta e non voglio raccontare ad ipotetici figli che era così che trascorrevo il mio tempo. Vado a cercare il sole, senza più timore di restare sola.
Viaggiare..riguadagnare lo spazio vero, sentire il dolore degli altri per dimenticarmi il mio e tentare di perdonare e capire sempre più a fondo quello che ho fatto a tantissime persone.
Che questo sia un "regime" sottile che strapazza le emozioni e livella ogni "critica" intelligente, funzionando come un detergente velenoso del pericoloso chiedersi perchè, dal momento che, anche quando ci tenta, banalizza necessariamente il tutto perdendosi tra milioni di pixel e test del cazzo, beh..giudicatelo voi. Solamente il giusto uso può ridimensionarne gli effetti negativi, certamente, ma io voglio essere radicale.
Per ritornare a vita, io, dunque, mi suicido da fb. Come protesta inutile, che vale solo per me, che resto in cerca perenne di rimuovere gli ostacoli al rincoglionimento deliberato.
La morta tornerà a parlare a settembre, probabilmente, quando forse sarò in un altro luogo ed il virtuale sarà necessario.
Ora sfrondo la testa, il cuore ed il corpo da tante illusioni e mi immergo nel reale, con tutti i colori e la crudeltà che ad esso appartengono.
Ho comunicato spesso in modo gradevole con questo tempo tecnologico, mi sono anche divertita, ma rispetto ciò che fui e in cui credetti, e desidero lasciare altre tracce in questo mondo.
Abbiate cura del vostro cuore e del vostro intelletto.
I miei sono entrambi deboli e ho bisogno di farmaci molto potenti che qui non posso trovare.

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